martedì 23 aprile 2019

Come prevenire le malattie trasmesse dagli alimenti a casa


La Regione Piemonte ha recentemente ha pubblicato i risultati della sorveglianza sulla malattie trasmesse da alimenti avvenute nel 2016 e nel 2017.

Qual è l'alimento che ha causato con maggiore frequenza problemi di salute nel consumatore?
Il PESCE 

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Qual è il luogo in cui c'è stato un maggiore rischio di stare male dopo avere mangiato?
La ristorazione pubblica (RISTORANTI, BAR, etc.) e la CUCINA di casa

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Quali sono le principali cause che hanno creato questi problemi?
Una SCORRETTA MODALITA' DI CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI (in particolar modo il mantenimento della temperatura di refrigerazione degli alimenti) e la contaminazione crociata.

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Alla luce di ciò, vi proponiamo alcuni suggerimenti volti ad una corretta gestione degli alimenti in ambito domestico:

1. Manipolate in modo sicuro gli alimenti
Lavatevi sempre le mani prima e dopo aver maneggiato alimenti. Tenete puliti la vostra cucina, le stoviglie e gli utensili. Servite sempre il cibo su piatti puliti, non venuti prima a contatto con carne cruda o pollame (i batteri che possono essere presenti nei succhi della carne cruda possono contaminare il cibo che sta per essere servito).

2. Cuocete accuratamente
Se cuocete in anticipo i cibi, assicuratevi che raggiungano le temperature interne minime di sicurezza:

  • minimo 63°C per bistecche, braciole e arrosti di carne di vitellone, vitello, maiale e agnello;
  • minimo 71°C per carne macinata di vitellone, vitello, maiale agnello;
  • minimo 74°C per il pollame.

3. Regola delle due-ore
Tenete gli alimenti fuori frigo al massimo due ore (ma anche meno...). 

4. Mantenete caldi i cibi caldi e freddi i cibi freddi
I cibi caldi dovrebbero essere mantenuti a una temperatura maggiore o uguale a 60°C con scaldavivande, piccoli fornelli o vassoi riscaldanti. I cibi freddi dovrebbero essere mantenuti a una temperatura inferiore a o uguale a 4°C attraverso l'utilizzo di ciotole con ghiaccio. 


5. Conservate correttamente tutti gli alimenti
Disponete i cibi cotti da conservare in frigorifero o nel congelatore in contenitori poco profondi. In questo modo il raffreddamento avverrà più rapidamente. 
Anche le scatolette o altri tipi di conserve a base di latte, pesce o carne, una volta aperte, devono essere tenute in frigorifero e consumate entro 3 giorni dall'apertura.

Leggi i risultati della sorveglianza sulla malattie trasmesse da alimenti avvenute nel 2016 e nel 2017 pubblicati dalla Regione Piemonte.

Leggi il post sul CeIRSA.

sabato 20 aprile 2019

Voglia di pic-nic e grigliate? Fallo in sicurezza!

Il pranzo di Pasquetta nel nostro Paese rappresenta una buona occasione per godere del clima primaverile e trascorrere una bella giornata con amici all’aria aperta.

Grigliate e pic-nic possono presentare dei rischi che non sono solo dovuti al fastidio di insetti molesti, ma anche al pericolo di incorrere in malesseri (diarrea, mal di pancia, vomito, ecc) causati da intossicazioni o tossinfezioni alimentari.

Per evitare questi pericoli è necessario conoscere come preparare, conservare e cuocere in modo corretto i cibi fuori casa.

Ascolta i consigli dell'esperto su Radio Cusano Campus.

Guarda il filmato del Parlamento Europeo sulla "Storia dell'uovo di Pasqua"









lunedì 1 aprile 2019

Microplastiche nei cibi. Cosa sono? Sono pericolose per l'uomo?



Cosa sono le microplastiche?
Le microplastiche sono piccole particelle di plastica che inquinano i nostri mari e oceani. 
Si chiamano così perché sono molto piccole e hanno un diametro compreso in un intervallo di grandezza che va dai 0,1 micrometri e i 5 millimetri.
Esse rappresentano un problema emergente soprattutto per quanto riguarda l’ambiente marino.
Ciò avviene perché la plastica si discioglie impiegandoci diversi anni e fintanto che è in acqua può essere ingerita e accumulata nel corpo e nei tessuti di molti organismi.

Da dove derivano le microplastiche?
Le microplastiche comprendono ad esempio le polveri di plastica utilizzate per lo stampaggio, le microsfere impiegate nelle formulazioni cosmetiche o le resine industriali.
Nella maggior parte dei casi provengono dalla frammentazione dei rifiuti in plastica presenti negli oceani, a seguito dell'esposizione prolungata alla luce ultravioletta (UV) ed all'abrasione fisica, oppure derivano direttamente dall'attività umana. In quest’ultimo caso si tratta principalmente di particelle presenti in prodotti per la cura della persona come il dentifricio e prodotti detergenti, o da fibre tessili (ad esempio, i vestiti di tessuto sintetico attraverso il lavaggio), che entrano nell’ambiente marino attraverso i sistemi fognari che non sono in grado di operare da filtro per le microplastiche.

Esistono anche particelle più piccole, che prendono il nome di nanoplastiche, ma date le dimensioni sono impossibili da campionare con le attrezzature oggi a disposizione. Di queste, dunque, sappiamo ancora poco.

Le microplastiche sono pericolose per l'uomo?
Per quanto riguarda gli alimenti, il rischio di esposizione per l’uomo alle microplastiche è basso in seguito al consumo di pesce, dal momento che nella maggior parte dei casi stomaco e intestino dei pesci vengono eliminati prima del consumo.
Viceversa, può invece risultare maggiore per quanto riguarda i molluschi bivalvi e i crostacei, di cui viene consumato il tratto gastroenterico.

Leggi l'approfondimento del CeIRSA